progetto e installazione a cura di Ofarch
20 Dicembre 2013– 10 Gennaio 2014
SPAZI ALTRI
L’installazione “Spazi Altri”, fatta di bancali, sacchi di telo, moquette rossa, ponteggi rivestiti per realizzare un padiglione e igloo per fioriere ha trasformato la vivibilità di un luogo urbano. Una zona pedonale protetta sia per il passaggio ma soprattutto per la seduta e la pausa. All’interno di questa isola si sono svolti incontri, tra i quali i “maledetti centri storici”, dove categorie differenti si sono espresse sul tema della rigenerazione urbana.
Viviamo nell’epoca dello spazio: un mondo dominato dalle relazioni, dalla prossimità, dalla giustapposizione; il nostro è uno spazio del vissuto, quello del fuori, è lo spazio degli apparati collettivi.
Quanto è lontano il concetto di non-luogo quando le persone si incontrano?
che differenza c’è incontrarsi in un parcheggio, in un bar o in locale pubblico? E come sarebbe in una Piazza?
Le piazze di Spoleto sono tutte di passaggio, flussi continui di automobili e saluti effimeri, le persone vengono marginalizzate ai bordi, sopra ai marciapiedi; il cuore di questi spazi è occupato dai parcheggi, specchi di una finta accessibilità, che snaturano la forma e la bellezza complessiva di questi luoghi.Il nostro spazio è quello dell’attesa, del piacere di fermarsi e di essere circondati dalla storia che dialoga con le mutazioni formali del presente. Per la prima volta la Piazza è esclusiva “proprietà” del cittadino-pedone; il “vuoto” è trasformato in “pieno” attraverso geometrie semplici e materiali poveri , sedute di legno di recupero e tappeti di verde.
Il nostro spazio non è fatto di mattoni o di cemento ma di persone che nel momento in cui lo vivono gli danno forma e sostanza.
E’ lo spazio eterotopico di Foucault, un luogo che si trova al di fuori di altri luoghi e si tramuta in una specie di contestazione al contempo mitica e reale dello spazio in cui viviamo; è un luogo dove ci si guarda allo specchio e che sviluppa, nel luogo che occupo, una sorta di eetto di ritorno: guardo tutto dal mio punto di vista e a me ritorno, ricostituito. E’ lo spazio dei microcosmi, dei giardini segreti sotto forma di tappeti di verde protetti dalle geometriche sedute, rimandi ancestrali ai giardini che fin dalla più remota antichità sono la più piccola particella del Mondo e sono anche la totalità del Mondo.
La riconquista di un luogo urbano per favorire l’incontro, per dargli sostanza e forma e per rilanciare la necessità di riaffermare il ruolo principe dello spazio urbano “pubblico” come il luogo della condivisione e della partecipazione alle scelte per la costruzione della città nuova!
Architettura Povera o povera architettura…
ma così necessaria per trasformare una Piazza in un Luogo Pubblico e Accessibile senza chiedere nulla in cambio!